Molti di noi sicuramente sono cresciuti con l'indimenticabile cartone animato di Lady Oscar.
Per molto tempo credevo che questo indimenticabile personaggio fosse semplicemente frutto della fantasia dei suoi creatori. Beh cos' non è..... Lady Oscar (beh magari non proprio lei!!) è esistita per davvero.
Ecco dove nasce l'idea che ha portato alla creazione della nostra romantica e coraggiosa eroina.
Quando si pensa alle donne che hanno caratterizzato il periodo napoleonico, si pensa subito alle grandi donne, e solo per fare qualche nome rappresentativo, a Giuseppina Beauharnais - creola dal destino esaltante, a Thérèse Tallien - volto inquieto della Parigi libertina, e a Germaine de Staël - scrittrice avversaria dell’imperatore corso.
Si pensa alle cortigiane e alle imperatrici, intellettuali, artiste, ma anche alle mogli e amanti di uomini illustri che hanno portato sui loro volti la storia della capitale più affascinante del mondo. Non si pensa mai alle donne più semplici, quelle che hanno fatto la vera storia e l’hanno vissuta, quelle che hanno vissuto l’epopea napoleonica da un altro punto di vista, che spesso tendiamo a dimenticare, ma che ha rappresentato per tutte loro un modo di essere e di vivere quotidiano. Le donne che accompagnavano le armate in marcia durante le guerre napoleoniche, sono state molto più numerose di quanto si possa immaginare.
Non è possibile sapere quante donne combatterono in incognito, quante caddero sui campi di battaglia, per seguire il marito, l’amante o semplicemente per sostituire un fratello necessario a casa per i lavori agricoli
nell’azienda di famiglia.
Una figura sicuramente non comune e ma decisamente affascinante è quella delle “donne soldato” nelle campagne napoleoniche.
La storia, fatta di documenti, lettere, aneddoti, ricorda Marie-Jeanne Schellinck che, infiammata dagli ideali della rivoluzione francese, si fece avanti per dare il suo contributo, determinata a combattere per i compatrioti e a trasformare i suoi ideali in realtà.
Marie-Jeanne, nata in Belgio nel 1757, dopo aver partecipato al movimento di liberazione del suo paese, riuscì a entrare nell'esercito di Napoleone, nel 1792, travestita da uomo. Combattè valorosamente a Jemappes dove viene ferita e promossa sottotenente.
Per il coraggio dimostrato durante tutte le campagne, Maria sarà decorata della Legion d’onore da Napoleone stesso nel giugno 1808, davanti a tutti i soldati schierati sull'attenti; Napoleone la citerà come esempio, con le seguenti parole:
«Inchinatevi al cospetto di questa donna straordinaria, perché è una delle glorie del nostro impero».
Morì nel 1840 a 83 anni.
Sicuramente la più famosa fu «Mademoiselle Sans-Gene» (La Signorina senza pudore).
Il vero nome era Marie Therese Figueur.
Rimasta orfana viene allevata da uno zio militare e si arruola a 19 anni nell’esercito Repubblicano. Nel 1793 partecipa all’assedio di Tolone dove viene punita da un ufficiale per aver tardato a consegnare un messaggio: “quel piccolo moretto” lo definirà, con un certo rancore, Marie Therese. Era il capitano Bonaparte.
A Tolone riceverà la sua prima ferita. Passa quindi nel 15° Dragoni con il quale combatte sul Reno nelle campagne di Germania e Svizzera, salvando la vita al generale Nouguez. Quando il 15° viene destinato alla campagna d’Egitto viene trasferita al 9° Dragoni con il quale combatte a Savigliano nel 1799, ricevendo
quattro colpi di sciabola. La ritroviamo nella seconda campagna d’Italia, dove il Primo Console ne apprezza il coraggio e le propone di diventare dama di compagnia di Giuseppina.
Marie Therese ai salotti preferisce i campi di battaglia, e dopo poco si arruola nuovamente nei dragoni. È ad Austerlitz nel 1805 e a Jena nel 1807. Nel 1809 viene aggregata alla Giovane Guardia e destinata in Spagna a Burgos dove combatterà fino al 1812 quando sarà fatta prigioniera e inviata in Inghilterra da dove rientrerà solo nel 1814. Non rivedrà più Napoleone, morirà a 85 anni con il solo rimpianto di non aver ricevuto dalle sue mani la Legion d’onore.
Troviamo anche Regula Engel, che sposata giovanissima con un ufficiale svizzero, passa alle dipendenze dell’esercito napoleonico. Con il marito resta fedelissima all'imperatore e così i 9 figli sopravvissuti (dei 21 parti avuti). Due gemelli seguiranno Napoleone a Sant'Elena mentre altri due figli con un cognato moriranno nella battaglia di Marengo.
E stata presente a tutte le grandi battaglie dalla baia di Abukir alla battaglia di Jena.
Ricordiamo anche Virginie Ghesquire, che si sostituì al fratello, arruolandosi nel 1806 e servendo nell’armata fino al 1812 anno in cui, scoperta la sua identità, fu rispedita a casa. Raggiunse il grado di sergente.
Infine, Madame Poncet, che invece si arruolò volontaria negli Ussari e partecipò alla carica di Murat nella bufera di Eylau e fu in seguito ferita a Friedland.
Combatterà ancora a Waterloo dove, nuovamente ferita, sarà fatta prigioniera e internata in Irlanda.
(il MoNItore Italiano)
4 commenti:
Ciao, che interessante il tuo resoconto (adoravo Lady Oscar). E' vero, non riguarda solo le donne, ma nella storia si ricordano solo le gesta dei grandi uomini ma senza il popolo, questi uomini non sarebbero mai diventati grandi!
A presto Federica
Bellissimo post, Estel, che fa luce su un aspetto poco cpnosciuto e spesso negato della partecipazione delle donne alle guerre. Mi sconvolge Regula Engel, con i suoi 21 parti! Quando si dice conciliare lavoro e privato... a quanto pare lei in qualche modo ci riusciva... (povere donne, scambiate per macchine riproduttrici!... ma questo è un altro discorso)
Bellissimo questo blog, complimenti!!!
Molto interessante anche questo post!
A presto
cri
Molto spesso si pensa alle donne come esseri da proteggere, piccole formiche.che contribuiscono alla comunità, non sapendo però che ogni formica può trasportare 20 volte il proprio peso, così come una donna può compiere gesta che neanche il più audace degli uomini riuscirebbe a compiere.seguire un' ideale come in questo caso, e gestire un focolare domestico un marito dei figli ,provvedere al mantenimento di una casa all'educazione e a tutti bisogni di una famiglia è un.compito tutt'altro che semplice. Se poi sui pensa con quanti sacrifici e quanta discrezione queste donne abbiano.vissuto la loro vita non possono che esserne un' ammiratrice !!!
Danielle
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