25 agosto 2012

L'imperatrice creola #2


Napoleone e Giuseppina

Nell’ottobre 1795 avvenne l’incontro tra Napoleone ed Eugenio, il figlio di Giuseppina, perché questi aveva chiesto un favore al generale : quello di poter conservare la sciabola del padre, le armi del quale erano state tutte sequestrate. Durante il colloquio, Napoleone, ben impressionato dal giovane, manifestò il desiderio di conoscere la sua famiglia. Egli aveva già notato Giuseppina durante le viste che costei faceva alla casa di Barras, tra la società del Direttorio, e narra la figlia Ortensia che durante un pranzo svoltosi il 21 gennaio 1796 al palazzo del Lussemburgo, mentre ella era seduta tra la madre e Napoleone, costui “si buttava sempre avanti con tanta vivacità e perseveranza da infastidirmi”. Si era innamorato della graziosa creola. “Era la sua prima passione - a quanto pareva - ed egli la senti con tutta l’energia del suo carattere” , secondo quanto lasciò scritto Marmont, che divenne poi uno dei Marescialli dell’Impero. Inizialmente, Giuseppina no subì il fascino del corso, ma accettò comunque di sposarlo. Le pubblicazioni furono esposte il 18 febbraio 1796, il 2 marzo il generale Napoleone fu  nominato dal Direttorio comandante dell’esercito d’Italia e il 9 marzo avvenne il matrimonio nel municipio del II arrondissement, nella rue d’Antin. 
Giuseppina aveva trentatre anni, ma ne dichiarò ventotto ed altrettanti Napoleone che ne aveva invece ventisei. Nell’atto di matrimonio Napoleone scrisse il suo cognome come “Bonaparte” e non Buonaparte e da allora adottò sempre tale versione. Napoleone divenne padre adottivo di Eugenio e Ortensia.
La coppia andò ad abitare alla casa di rue Chantereine, affittata da Giuseppina nell’estate del 1795. Nella prima notte di matrimonio il cagnolino Fortuné di Giuseppina azzannò per gelosia ad un polpaccio Napoleone sul letto matrimoniale. La luna di miele non fu rosa e fiori poiché Bonaparte partì per il comando dell'Armée d'Italie oltre le Alpi. Con la moglie Napoleone però si dimostrava molto. Gelosia che non era infondata, poiché a due mesi dal matrimonio, Giuseppina s'innamorò del tenente Hippolyte Charles, tanto che lo condusse con lei quando raggiunse Napoleone in Italia. Saputo del tradimento, Bonaparte non la biasimò e le rese pan per focaccia, tradendola nel 1798, durante la Campagna d'Egitto, con Pauline Fourès, moglie di un ufficiale. La possibile notizia di una loro rottura fu avanzata dalle loro lettere, intercettate a Londra e poi pubblicate anche in Francia. Ma, forse anche per questo, la storia d'amore tra Napoleone e Giuseppina divenne più solida.

Napoleone, partito per l’Italia la sera dell’ 11 marzo 1796, la conquistò con una serie di battaglie, estendendo il dominio francese tramite occupazioni delle quali egli aveva incaricato i suoi ufficiali (a Massa giunse il 30 giugno 1796 il colonnello Jean Lannes, al comando di 300 fanti e di 25 ussari). Il 13 luglio 1796 Giuseppina raggiunse Napoleone a Milano, a Palazzo Serbelloni.
Era partita con Junot, con Giuseppe Buonaparte fratello di Napoleone, con l’uomo di affari Hamelin ed altri, tra i quali appunto il giovane tenente Hippolyte Charles, allegro dispensatore di barzellette e, si dice, suo amante. Talleyrand criticò vivacemente la relazione di Giuseppina con Hippolyte qualificandolo come un uomo del tutto nullo.
Giuseppina trascorse bel tempo in Italia, tra ricevimenti e feste, sino a poco dopo il 5 dicembre 1797, giorno in cui Napoleone tornò in Francia dall’Italia. Alla rue Chantereine Napoleone mutò la denominazione rue de la Victoire. Giuseppina tornò a Parigi dopo pochi giorni. 

Il 19 maggio 1798 il generale Bonaparte partì da Tolone alla conquista dell’Egitto e l’anno dopo, il 21 aprile, Giuseppina comprò la Malmaison. Secondo quanto ha lasciato scritto Laure Junot duchessa d’Abrantès, “la Malmaison era una casa di campagna, graziosa, gradevole per i dintorni, ma, come abitazione, del tutto scomoda e, in più, molto malsana”. Giuseppina nell’acquisto aveva agito “come una bambina che compra
una bambola che le piace, senza sapere se se ne divertirà a lungo. Il parco non era grande - un grazioso giardino all’inglese - e il Castello cascava a pezzi da ogni parte.. .”



L'imperatrice creola #1


Josephine Tasher de la Pagerie, nata nell'isola francese dela Martinica, fu, tra la fine del Settecento e l'inizio del secolo successivo, una delle donne più belle e invidiate d'Europa.



Giuseppina nacque il 23 giugno 1763 in una piantagione (Le Sanois) vicino al borgo dei Trois—Ilets nell’isola della Martinica, un’isola dal clima meraviglioso e dalla vegetazione lussureggiante, estesa mille chilometri quadrati (cinque volte l’Elba), situata sopra l’equatore nel gruppo delle Isole Sopravvento delle Piccole Antille nel Mare dei Caraibi, scoperta nel 1502 da Colombo nel corso del suo quarto ed ultimo viaggio. 
Il padre di Giuseppina si chiamava Joseph-Gaspard Tascher de la Pagerie, era tenente dell’artiglieria costiera e figlio di Gaspard- Joseph che era di antica e squattrinata nobiltà orleanese, giunto nell’isola già nel 1726. La madre si chiamava Rose-Claire des Vergers de Sanois - proprietaria della piantagione - la quale si era unita in matrimonio il 9 novembre 1761 con Joseph - Gaspard portando una dote di diciottomila lire in contanti, la piantagione e rendite future. 


Giuseppina fu la prima delle loro tre figlie e aveva i nomi di Marie-Joseph-Rose, ma fu chiamata Joséphine e familiarmente “Yeyette” (corruzione di Rosette). Le altre due figlie furono Catherine-Desirée e Marie-Francoise. Prima della nascita di Giuseppina, il 13 maggio 1757 era sbarcato alla Martinica il cavaliere Francois de Beauharnais, comandante di squadra della marina francese e orleanese come il padre di Giuseppina. Fu nominato governatore e luogotenente generale delle varie isole della zona, tra le quali la Martinica. Le due famiglie - quella del governatore e quella originaria di Giuseppina -si frequentarono e una delle sorelle del padre di Giuseppina, Marie-Euphémie-Desirée, all’età di diciotto anni divenne dama di compagnia della moglie del governatore ed amante di costui, il quale dopo la conquista da parte di una squadra navale inglese dell’isola di Guadalupa nel marzo 1759, fu rimpatriato e sostituito nel comando. 
Tornato in Francia nell’aprile del 1761, egli si divise dalla moglie e sposò dopo vari anni, nel 1796, l’amante, zia di Giuseppina. Ottenne peraltro una pensione dal re e il titolo di marchese di La Ferté-Beauhamais. 
Giuseppina era una creola perché nata in colonia da genitori europei. Da notare che dapprima il termine fu riferito ai nati da genitori europei nelle colonie spagnole e portoghesi, poi anche in quelle di altri stati. La voce “creolo”(criollo), di derivazione spagnola, significò all’origine un “pollo nato in casa”. Fu poi chiamato creolo negro o creolo di colore in alcune regioni dell’America centromeridionale e delle Antille il meticcio nato da padre bianco e da madre india o negro-americana. 
Il conte di Montgaillard, ufficiale della guarnigione alla Martinica, che conobbe Giuseppina quando costei aveva 14 anni, disse che “possedeva in alto grado quei vantaggi esteriori e quelle arti di riuscir gradita che cattivano gli omaggi, che seducono gli animi e fanno vacillare i cuori; la natura l’aveva dotata di molte attrattive. Senza essere bella e neppure graziosa, si faceva notare per un fascino, un’espressione del volto da cui era difficile difendersi.Vi era voluttà e grazia indefinibile nel suo sguardo, che carezzava, giungeva all’anima, soprattutto parlava ai sensi. La sua figura era quella delle ninfe; tutta la persona portava l’impronta della vivacità, della mollezza, dell’abbandono che solo le creole sanno unire nel passo, nei modi, nel tono della voce, fino nei silenzi. Giuseppina era per natura buona, stordita, sconsiderata, di una civetteria sorprendente, di una leggerezza di gusti e di sentimenti che non sopportava contraddizioni”. 
Francois de Beauhamais ebbe due figli, Francois e Alessandro. Il primo ebbe il titolo di marchese trasmessogli dal padre. Alessandro assunse il titolo nobiliare di “visconte” anche se non spettategli perché era un semplice cavaliere. 



Per accordi tra le famiglie, Alessandro e Giuseppina si sposarono il 13 dicembre 1779 in Francia a Noisy-le-Grande. Giuseppina era giunta dalla Martinica in Francia, a Brest, il 12 ottobre 1779. Alessandro avrebbe dovuto sposare Catherine Desirée, sorella di Giuseppina, ma ella mori di febbre. La minore delle tre, Marie-Francoise, rifiutò le nozze e pertanto unica candidata rimase Giuseppina, la maggiore. Quando si unirono in matrimonio, Alessandro aveva diciannove anni e Giuseppina sedici. Giuseppina divenne così la “viscontessa di Beauhamais”. Ebbero due figli, Eugenio ed Ortensia, ma il loro non fu un matrimonio felice. Eugenio fu un brillante e valoroso ufficiale e divenne poi, per nomina di Napoleone, Viceré d’Italia. Ortensia fu una donna amabile, dolce e anche bella. Fu la madre di Napoleone III. Nelle sue memorie narrò che una vecchia negra aveva predetto alla madre Giuseppina, prima delle nozze di costei con Alessandro de Beauhamais, che avrebbe avuto un destino straordinario con due matrimoni fuori dalla colonia, che il secondo marito l’avrebbe portata tanto in alto che sarebbe divenuta più che regina ma che avrebbe dovuto temere un prete il quale avrebbe cercato di perderla. Il prete fu ravvisato poi in Talleyrand.

  I figli di Giuseppina e Alessandro

Alessandro, dopo un breve periodo, trascurò la moglie frequentando la bella società senza di lei. Era un gran ballerino. Tornò poi nel mar dei Caraibi senza Giuseppina - però insieme con Laure de Girardin vedova Longpré che era stata sua amante - imbarcandosi su La Venus per cercare gloria militare nella guerra d’America, ma non ebbe fortuna. 
Alessandro e Giuseppina si separarono il 4 marzo 1785. Giuseppina intanto si era ritirata per quindici mesi nel convento di Pentemont a Parigi e poi, dopo la separazione, tornò alla Martinica con la figlia Ortensia nel giugno 1788
Dopo un anno sopravvenne la Rivoluzione in Francia che ebbe contraccolpi l’anno seguente anche nelle isole dei Caraibi. 
Vi fu una rivolta e Giuseppina fuggì su di una fregata - La Sensible - alla volta della Francia. Il viaggio fu avventuroso perché la nave si arenò in Africa e Giuseppina poté raggiungere Tolone il 29 ottobre 1790. 

24 agosto 2012

Ludwig, il principe triste delle favole



E' il più famoso sovrano bavarese, il re del decadentismo e delle favole, il più amato e controverso figlio della Baviera. Ludwig II di Baviera nasce il 25 agosto 1845 nel castello di Nymphenburg e, dopo un'adolescenza trascorsa spesso lontano da Monaco nella residenza estiva di Hohenschwangau, sale al trono appena diciottenne nel 1864. E' uno dei rampolli più in vista delle corti europee: bello, alto un metro e novantuno, slanciato e con due occhi di un azzurro cupo che incantavano tutti. 


Guadagnò fin dalla prima infanzia l'affetto e l'ammirazione dei propri futuri sudditi, grazie anche alla propria naturale bellezza e al portamento fiero e regale. La rigida educazione e la ingessata vita di corte tuttavia mal si confacevano al carattere del principe, complesso e coloratissimo, immaginativo e introverso, sognante e autocratico. I genitori ed in particolare la madre, una Hohenzollern, costituivano figure distanti e fredde, maggiormente preoccupate per l'etichetta del futuro sovrano piuttosto che per la sua felicità, e questa carenza di affetto ebbe gravi ripercussioni sull'indole chiusa, spesso scontrosa di Ludwig. Nei ritagli di tempo che i durissimi studi gli concedevano, il principe si rifugiava nel mondo di sogno delle leggende nordiche, nei libri di storia medievale e nelle saghe eroiche, placando la propria sete di fantastico, di ideali perduti e di nobili gesta cavalleresche, mentre passeggiava o cavalcava presso il castello di famiglia di Hohenschwangau.


Ancora ragazzino, ebbe modo di ascoltare e assistere al Tannhauser di Richard Wagner, il compositore che avrebbe cambiato la sua vita in modo radicale. I temi delle opere di Wagner, ispirate all'amore cavalleresco, alla purezza eroica e alla nobiltà d'animo avrebbero in seguito sconvolto l'animo sensibilissimo di Ludwig, amplificando oltremodo il suo sentire romantico e rendendolo quasi folle per il sentimento. Alla morte del padre nel 1864, Ludwig fu incoronato re di Baviera, acclamato e adorato dai propri sudditi che vedevano nel bellissimo giovane, nella sua elegante uniforme, un sovrano ideale. Non potevano sapere che il promettente Ludwig avrebbe presto mostrato gravissime mancanze nel proprio mestiere di regnante, allontanandosi spesso dai propri doveri e dalle proprie responsabilità e fuggendo, a volte letteralmente, dal proprio trono, per rifugiarsi nei luoghi sicuri della propria fantasia, luoghi a cui avrebbe poi dato forma e corpo, con la costruzione di favolosi castelli, grotte artificiali e giardini esotici.

Foto ufficiale del fidanzamento di Ludwig
con la principessa Sophie (1867)

Nel 1867 si ufficializza il fidanzamento del sovrano con la principessa Sophie in Bayern, sua cugina nonchè sorella di Sissi, ma il matrimonio, programmato per il 25 agosto dello stesso anno (poi rimandato a ottobre ed infine al 28 novembre), non c'è mai stato... Perchè?
Nel libro su Ludwig II "Das verlorene Paradies Ludwigs II." sono pubblicate 27 lettere"segrete", sinora sconosciute in quanto avrebbero dovuto, per ordine del re, essere bruciate dal destinatario dopo averle lette. Il destinatario di queste lettere "intime" era Karl Hesselschwerdt, il quartiermastro delle scuderie reali. 

Queste missive, spuntate misteriosamente in un'asta a Monaco di Baviera nel 1999, sono state acquistate per circa 90.000 euro da Robert Holzschuh, un collezionista di Aschaffenburg nonché autore del libro. Si suppone che questi documenti siano stati presi in consegna dal conte di Holnstein nella sua funzione di tutore del re e da lui segretamente conservati sino alla sua morte avvenuta nel 1895. 
Ed ora, a più di cent'anni di distanza, queste lettere vengono improvvisamente alla luce del sole, vendute da qualcuno che forse le ottenne in successione, ma che ha voluto mantenere il più assoluto anonimato.
Queste 27 lettere ricche di particolari scabrosi sono state giudicate autentiche dai periti calligrafici della casa d’aste mentre i Guglmänner, antica associazione di "fanatici" devoti al re di Baviera, hanno dichiarato con rabbia e sdegno che si tratta di falsi clamorosi. 
Il "caro Karl", come lo chiamava familiarmente Ludwig, si conquistò l'amicizia del re e la sua totale fiducia tanto da diventare il suo unico intermediario per le questioni relative alla ricerca di fondi per la costruzione dei castelli e per il reperimento di giovani di bell'aspetto per soddisfare le propensioni omosessuali di Ludwig, sempre più impellenti e difficili da combattere perchè in conflitto con la sua profonda religiosità. Nessun altro dell'entourage reale, all'infuori di Karl, raggiunse mai questo livello di complicità con il sovrano.


Nel giugno 1881 il re di Baviera fece una crociera sul lago di Lucerna con l'attore di origine ungherese Joseph Kainz di cui si era invaghito. Dopo l'incontro, che si concluse con questa foto ricordo, la carriera del giovane attore divenne sempre più fulgida. Nella versione originale della foto Kainz appoggia la mano sulla spalla di Ludwig: era impensabile una simile confidenza con un sovrano e così la mano venne fatta sparire...

22 agosto 2012

L'anello di Zia Jane...


 

È di 152.450 sterline, quasi 180 mila euro il prezzo al quale è stato aggiudicato un anello appartenuto alla scrittrice britannica Jane Austen.

La grande casa d’aste Sotheby’s ha recentemente allestito una vendita di oggetti dedicata alla letteratura inglese e ai grandi maestri che di essa hanno tessuto le trame. Tra i numerosi oggetti presenti durante l’asta, svoltasi l'11 luglio, uno ha suscitato l’interesse di ben 8 acquirenti, i quali si sono dati battaglia per riuscire ad accaparrarsi il bellissimo anello della scrittrice di “Orgoglio e Pregiudizio”.

Uno degli interessati, in collegamento telefonico e in maniera del tutto anonima, è riuscito a prevalere su gli altri offrendo appunto la cifra succitata e riuscendo così a diventare il proprietario di questo prezioso oggetto. E’ la prima volta che il prezioso anello viene messo in vendita, dopo essere stato custodito per quasi 200 anni dalla famiglia della scrittrice britannica, nel cui ambito si è tramandato fra i discendenti di sesso femminile per molte generazioni.

L’accessorio battuto all’incanto è semplice e poco sfarzoso, quindi non ci sono dubbi sul fatto che l’elevato prezzo raggiunto sia il frutto della presa che ancora oggi esercita Jane Austen, figura di spicco della narrativa preromantica. Si tratta di un anello in oro con turchese e arrivato ai giorni nostri senza aver perduto minimamente la sua originaria bellezza.

La cosa che rende ancor affascinante il possesso di questo particolare pezzo di storia è potere immaginare che l’oggetto che si stringe tra le mani adornava il dito della grande Austen mentre la sua penna scivolava avida sui fogli dei suoi ora celebri romanzi.


21 agosto 2012

Dreaming.....


Ciao a tutti! Come state?
Lo so è parecchio che non posto nulla nel mio angolino... ma ahimè impegni vari mi hanno tenuta mio malgrado lontana da qui. 

Nel frattempo reduce da una vacanza al mare, mi ritrovo come ogni estate a fantasticare sui posti che da sempre vorrei visitare. Sognare non costa nulla... chissà che prima o poi... :)
Vi lascio quindi con una serie di immagini direttamente dai miei sogni!
A presto,
Estel

Irlanda







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