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4 marzo 2011

I tableaux vivants della Contessa

Ho appena letto un libro sulla sua vita e ammetto che il personaggio della contessa di Castiglione mi affascina molto. Mi ha particolarmente colpito la mole di fotografie che la riguardano, evidentemente era consapevole del suo grande fascino (e come darle torto!).
I tableaux vivants, in particolare, sono scene di genere o ricostruzioni storiche con intenti didattici o edificanti, ma talvolta anche erotici, ottenuti mettendo in posa modelli e comparse. La fotografia è in questo molto vicina al teatro, che ne aveva fatto uso sia nel teatro liturgico che in quello profano.
I tableaux sono cosa diversa dal mettere in posa un soggetto per il tempo necessario a riprenderlo, chiedendogli di assumere posture o atteggiamenti; qui i soggetti, spesso in costume, interpretano una parte, secondo una sorta di sceneggiatura.






18 febbraio 2011

Un pò di storia: la Contessa di Castiglione, femme fatale del Risorgimento


Tra le donne del Risorgimento la contessa di Castiglione fu certamente la più bella, la più intrigante e chiacchierata, la personificazione della vanità femminile. Una “statua di carne”, così l’aveva definita con una punta d’invidia la principessa di Metternich. Audace, altera e superba, di sé diceva: “è il mio carattere fiero, franco e libero che mi fa essere talvolta cruda e dura”. Mostrava con orgoglio agli ammiratori le mani seducenti e i piedi magnifici. Gli occhi di intenso verdazzurro dalle sfumature ametista, anche nel fuoco della passionalità più violenta tradivano una mente lucida e fredda.

USO' TUTTI I MEZZI - Virginia Oldoini, figlia del nobile marchese spezzino Filippo Oldoini e della fiorentina Isabella Lamporecchi, vide la luce a Firenze il 23 marzo 1837, anche se per civetteria non lo ammise mai. È passata alla storia per avere sedotto – un’astuzia del Conte di Cavour che le avrebbe detto “usate tutti i mezzi che vi pare, ma riuscite” - Napoleone III portandolo così a sostenere la causa dell’indipendenza italiana. Non aveva ancora 17 anni quando, il 9 gennaio 1854, “Nicchia” (così la chiamava Massimo d’Azeglio) divenne contessa di Castiglione, andando in sposa al conte Francesco Verasis di Castiglione Tinella e di Costigliole d’Asti, cugino di Cavour, assolutamente deciso a sposare la donna più bella d’Italia, nonostante sapesse di non essere ricambiato. Ne rimase sempre innamorato e, come tutti i mariti ingannati che si rispettino, disposto a ignorarne i tradimenti e ad assecondarne i costosi capricci, anche dopo la separazione legale, finché nel 1867 durante il corteo di nozze tra il principe Amedeo d’Aosta e la principessa Maria dal Pozzo della Cisterna, caduto da cavallo, morì travolto dalla carrozza reale.

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